L’OPERA AL FEMMINILE

Una galleria di ritratti di donna nel melodramma tra Settecento e Novecento: personaggi di epoche diverse saltano fuori dalle loro cornici musicali delle opere di Händel, Cimarosa, Spontini, Gounod, Verdi e Puccini. Sono tante, vengono da epoche e mondi lontani l’uno dall’altro, hanno caratteri, sentimenti, desideri diversissimi: la dolente matrona Cornelia, vedova di Pompeo, abbracciata al figlio Sesto; le petulanti sorelline di Cimarosa, tenute a bada dalla vecchia zia Fidalma; la Vestale Giulia, colpevole di aver fatto spegnere il sacro fuoco per una dimenticanza d’amore; la principessa sveva Agnese, palpitante per la sorte del suo cavaliere in pericolo; l’adolescente Giulietta che non ha ancora incontrato Romeo e sogna future felicità sull’onda del valzer; l’affascinante Magda della Rondine pucciniana, che insegue sogni adolescenziali d’amore; la giovanissima Nannetta, travestita da Fata, che canta nel bosco di Windsor attorniata dalle altre comari. Due donne senza nome, straziate da un addio, cantano all’amato che parte, sulle note di Beethoven (“Ah, perfido”) e di Spontini (“Mio ben, ricordati”). I compositori sanno scendere nel profondo dell’animo femminile e rivelarne i segreti: la loro musica dà voce ai sentimenti delle donne, che spesso – nella realtà – rimangono inespressi, impediti dalla riservatezza, frenati dall’indecisione, bloccati dal timore. Libera di piangere o di gioire, ogni eroina dell’opera va verso il suo destino, tragico o lieto, con il proprio canto destinato a risuonare per sempre.

5 maggio, Jesi-page-001
L’OPERA AL FEMMINILE

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